Giovanni Rigoli

Giovanni Rigoli. Sono nato ad Ucria nella casa di famiglia in via Pozzo, proprio di fronte all’omonima fontana. Ho frequentato i cinque anni della scuola elementare con il maestro Vittorio Franchina del quale ho un ricordo indelebile e  per il quale tutt'oggi conservo una grande stima  e una profonda gratitudine per quanto mi ha insegnato di essenziale ed utile per la vita. Malgrado le difficoltà economiche, ho vissuto felicemente la fanciullezza con la mia famiglia, davvero numerosa, in un clima pregno d’amore e con gli amici. Anche se ancora in giovane età, sentivo il vivo e forte desiderio di cercare condizioni di vita migliori e proprio per questo motivo, a quindici anni, colsi l’opportunità di trasferirmi a Milano, dove mi è stato possibile lavorare e studiare. Dopo il diploma di maturità ho iniziato a frequentare la Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano, ma ho completato i miei studi presso la Facoltà di Architettura di Palermo.
La passione per gli studi e per l’impegno civile mi ha portato ad intraprendere attività di diverso genere, animato sempre dall’intenzione di migliorare me stesso e la società. Ho svolto il mio lavoro di formatore con generosità cercando di trasmettere non solo nozioni ma anche e soprattutto insegnamenti di vita.

Spinto dall’amore per il mio paese natale, sono stato promotore e ho contribuito alla realizzazione del “Museo Etnostorico Antonino Gullotti” di Ucria. Ho guidato un gruppo di giovani ucriesi ad allestire la mostra “Rappresentazione del Sacro e Paramenti Liturgici in uso sui Nebrodi” inaugurata il 13 settembre 1993 all’interno della Chiesa di Maria Vergine. Inoltre ho ideato e mi sono fatto promotore della realizzazione di due copie del busto in bronzo di Padre Bernardino di Ucria, una delle quali è stata collocata ad Ucria. Di queste e di altre mie attività, i meriti sono stati attribuiti ad altri. Anche se l’analogia è impropria, è possibile scorgere una certa similitudine con quanto accadde a Padre Bernardino con l’inaugurazione dell’Orto Botanico di Palermo… una comunanza di destino dovuta, forse, ad una pur lontana  parentela?

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