domenica 15 gennaio 2017

I PORTALI DI PIETRA ARENARIA DEL BORGO RURALE NEBROIDEO DI UCRIA - Maria Scalisi

I PORTALI DI PIETRA ARENARIA DEL BORGO RURALE NEBROIDEO DI UCRIA
Maria Scalisi
            L’espressione semplice dell’arte che si nota nei portali, costituisce l’elemento fondante del rinomato artigianato artistico degli scalpellini. Come già descritto nell’uscita della Cruna del mese di Dicembre 2016, con “La Cultura della pietra: - Gli scalpellini di Ucria”, questo mese ho pensato iniziare ad analizzare alcuni dei portali presenti nel borgo nebroideo ucriese.  
            La diversità dei portali, che costituiva il tratto distintivo della classe sociale di appartenenza, si può notare soprattutto nella varietà delle decorazioni e nello spessore degli stipiti laterali e dell’archetto superiore dove compaiono le iniziali del proprietario dell’abitazione o sono raffigurati degli oggetti che hanno ciascuno un particolare significato.



            Il portale in pietra è composto generalmente da: Conci di Base, Piedritti (diviso in due conci di lunghezza pari a circa 1 mt, ma comunque variabile in funzione dellʼaltezza dellʼapertura), Conci di Spalla, Arco con connessure convergenti ad un unico punto e il Concio di Chiave o chiave di volta. Tale conformazione è, comunque, esempio di una manovalanza tipica dellʼarea di interesse che aveva fatto propria le basi del costruire.


            Il nostro territorio ha dei casi rari, portali sicuramente di edifici di entità inferiore, infatti ha la particolarità di avere portali composti da concio di base pietritti e due elementi ad arco, senza il concio di chiave, che solitamente è colui che dà la spinta per mutuo contrasto alla struttura.
            Il materiale utilizzato per la costruzione dei portali è la pietra tipica arenaria. Essa presenta una buona lavorabilità e resistenza, è di natura sedimentaria, granuli di quarzo, feldspato e mica, cementati da una matrice argillosa, calcarea o silicea e veniva cavata principalmente nelle località di Piano Campo, Orelluso, Piano Muto, ed altri luoghi. E’ di colore grigiastro.
         Questo inizio di ricerca ha analizzato la tipologia di alcuni portali, partendo dalla configurazione classica e umile a quelli più lavorati. Il portale classico privo di decorazione è composto principalmente da piedritti, spalle e conci d’arco.
            Dalla formazione classica in cui può variare il numero di conci o la tipologia di forma, si possono ritrovare elementi che caratterizzano totalmente il portale, e che dallo studio di essi è possibile dedurre la funzione che si svolgeva internamente.
            La superficie dei conci è lavorata a punta di scalpello; a volte i conci trattati a punta di diamante sono alternati da conci con decorazioni in bassorilievo. Vi è la presenza di decorazione in   chiave. Nella maggior parte dei conci di chiave che troviamo nei portali di Ucria, vi è scolpita, il prodotto considerato o che è stato considerato nel territorio ucriese l’Oro dei Nebrodi: la foglia della Nocciola.




            Altri fabbricati hanno una maggiore ricercatezza del decoro che sottolineano l’esistenza di una scuola comune nell’area, che dette vita a particolari come decorazioni floreali, piccole allegorie e simboli animali o creature mostruose (Come il palazzo di Per). 





Questo portale affaccia sulla strada principale. Questo dimostra ancora la differenza di importanza delle famiglie del luogo. Alcuni portali presentano elementi decorativi predominanti, con arrotondamenti delle cornici e delle modanature, che sono comunque molto eleganti e ben inseriti nell’ambiente circostante, segno della volontà di far predominare all’aspetto nobiliare il desiderio di legarsi o di “emergere con umiltà” rispetto ai fabbricati limitrofi.
         Di seguito si riportano alcune immagini di alcuni dei portali presenti nel territorio.

            Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra. “Ma qual è la pietra che sostiene il ponte?” chiede Kublai Kan “Il ponte non è sostenuto da questa o da quella pietra – risponde Marco – ma dalla linea dell’arco che esse formano. Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge:” Perché mi parli delle pietre? E solo dell’arco che m’importa.” Polo risponde: “Senza pietre non c’è arco”.









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