lunedì 14 novembre 2016

MUDDICHEDDI DI STORIA CRIOTA: "A STATUA DA MADONNA I POMPEI 'NTA CHIESA A MATRICI"- SENZA PASSATO NON SI COSTRUISCE FUTURO - Carmelina Allia

<<MUDDICHEDDI DI STORIA CRIOTA: "A STATUA DA MADONNA I POMPEI 'NTA CHIESA A MATRICI">
<<SENZA PASSATO NON SI COSTRUISCE FUTURO>>
Carmelina Allia 
            Non è facile trovare in una statua della Madonna di Pompei l'espressione dolcissima del volto della Vergine e del suo Bambino, che caratterizza la statua che troviamo nella nostra Chiesa Madre di Ucria.
            Se ci si sofferma un pò a contemplarla, mentre sgorga dal cuore una preghiera, si resta incantati, perché quei volti parlano di bellezza, di tenerezza, di bontà ed ispirano sentimenti di pace e di fraternità.
            Una mia cara amica: Mela Lembo " a pitrusina", mi ha raccontato la storia della nostra statua della Madonna di Pompei, che mi piace far conoscere, particolarmente ai giovani, perché senza passato non si ha identità, ed anche perché è segno di fede autentica e di genuina fiducia nell'intercessione della Vergine Santissima.
            Erano gli anni del primo ‘900 e la signora Celeste Galvagno, nota per la sua gentilezza e generosità, temendo per la salute della figlia Rosalia - molto malata - fece un voto alla Madonna di Pompei, di cui era devota, avendo a casa un suo quadro.
Promise che, a guarigione ottenuta della figlia, avrebbe commissionato una statua: il costo sarebbe stato saldato dalle offerte delle persone a cui lei avrebbe chiesto un contributo: "a sordi dumannati", bussando alle porte delle case, umiliandosi nella richiesta, lei una signora che apparteneva alla classe dei "Civili".
            Ottenuta la grazia della guarigione della figlia, la signora Celeste mantenne la promessa fatta. 
            Si recò a Pompei e commissionò la statua.
            Quando questa giunse ad Ucria, fu accolta con tanta gioia da tutti gli Ucriesi accorsi numerosissimi in chiesa e si fece una bellissima festa. 
            Molto probabilmente da allora cominciò la tradizione della preghiera dei "Quindici sabati", in onore della Madonna di Pompei, tradizione che ancora continua e che comporta il ritrovarsi davanti al Suo altare per 15 sabati consecutivi ed invocare la Vergine con particolari preghiere e riflessioni, espressione della devozione mariana del popolo ucriese.
            Per alcuni anni, come mi è stato raccontato dalla nostra Maria Scalisi, che l'ha appreso dai suoi genitori, davanti all'altare della Madonna di Pompei, a luci spente, veniva celebrato il matrimonio di chi aveva fatto "la fuitina", o, per motivi economici. 
            E mi sembra bello pensare che le coppie il cui amore, talvolta, era contrastato dalle famiglie, si sentissero accolte da questa Madre tenerissima e a Lei affidassero la loro vita insieme.
            Oggi tutti noi Ucriesi e coloro che vengono a visitare la nostra bella Chiesa, possiamo ammirare, grazie alla fede operosa della signora Celeste Galvagno, l'immagine della nostra Mamma del Cielo, che - posta sull'altare di fronte alla porta laterale da cui si accede normalmente in Chiesa - accoglie tutti noi suoi figli e, col Suo sguardo d'amore, ci invita ad avere un cuore aperto e fiducioso, a non restare indifferenti alle sofferenze di chi incontriamo e a non farci rubare la speranza, come spesso ci sollecita papa Francesco a cui, credenti e non credenti, vogliamo un gran bene. 
            E la Madonna di Pompei benedica Ucria e tutti i suoi figli sparsi nel Mondo.

            Con gratitudine impastata di cordialità.



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