lunedì 14 novembre 2016

LA FONTANA DI POZZO LEONE (O DELLE BELLE DONNE) - Nino Algeri

LA FONTANA DI  POZZO   LEONE
(O DELLE BELLE DONNE)
Nino Algeri
Nel Giornalino del mese di Ottobre 2016 ho parlato della fontana del Lauro la quale, pur se dimenticata dalle istituzioni e bistrattata dai messinesi, ancora esiste, anche se un misero troncone.
Ora desidero parlarvi di una fontana che pur avendo millenni di storia  non esiste più, esiste solo il toponimo
LA FONTANA DI  POZZO   LEONE
(O DELLE BELLE DONNE)
La fontana di Pozzo Leone fu così chiamata in onore del Papa Leone II, il quale è stato pontefice per meno di un anno (dal 17.08.682 al 03.07.683), e possedeva la casa proprio nei pressi di questa fonte.
Questa fontana si trovava  a Messina quasi di fronte al teatro Vittorio Emanuele sull’attuale via Garibaldi, originariamente si chiamava fonte Zancla, perché allora la città di Messina si chiamava Zancle.
            È una delle fontane più antiche di Messina, infatti, di essa troviamo tracce addirittura nell’ Odissea di Omero, quando parla di Ulisse e dei suoi compagni che si fermarono per dissetarsi e fare rifornimento d’acqua proprio a questa fonte.
Che la nave nel porto appo una fonte
fermaro, e ne smontaro, e lauta cena
solertemente apparecchiâr sul lido.
Paga delle vivande, e de’ licori
la naturale avidità pungente,
risovveniansi di color, che Scilla
dalla misera nave alto rapiti
vorossi, e li piangean, finchè discese
su gli occhi lagrimosi il dolce sonno

            Troviamo ancora tracce di questa fontana nella leggenda di Cerere la
quale si riposò e si rinfrescò proprio a questa fonte quando, in giro per il
mondo, cercava Proserpina (1).
L’acqua di questa fonte scaturiva da una roccia che si trovava in una grotta e in questa erano stati fatti dei sedili in modo che la gente dell’epoca potesse gofere della sua frescura.
  QQuando la città di Messina fu cinta di mura, per potersi meglio difendere dagli attacchi nemici,  si pensò di conservare la grotta dove c’era la sorgiva mentre venne interrata la parte che sporgeva sul mare.
Durante la dominazione aragonese, nel secolo XV, la fonte venne abbellita con dei sedili di marmo e cambiò nome, venne chiamata: Fontana delle belle donne, forse perché era un luogo dove le belle donne messinesi


(1) P. SAMPERI, Iconologia della gloriosa Vergine, Me4ssina 1664 pag .12


andavano ad attingere l’acqua e potevano fare incontri, così nascevano amori e passioni (2), ma il toponimo potrebbe essere più antico, in quanto Nausica con le sue ancelle veniva a questa fonte a lavare i panni e a giocare, potrebbe derivare da questo il nome Fontana delle belle donne.
Sulla fonte così sistemata, fu posto uno stemma in cui oltre alle armi della città e a quelle degli Aragona vi era questa scritta:

Encleadi flammas fugiens per operta viarum
Hic caput atollo ninpha perennis aquae
Cum mea sunsissem venturam ad litora classem
Protinus exilui ninpha latentis aquae

Quando Emanuele Filiberto di Savoia, nel 1622, (viceré di Sicilia) ordinò la costruzione della Palazzata, l’architetto Gullì murò la grotta e convogliò l’acqua in un serbatoio da dove veniva fuori mediante cinque bocche di leoni in marmo, da questo momento la fonte prese il nome di Pozzoleone, come detto prima in onore di Papa Leone II. 
Con il terremoto del 1783 la palazzata crollò e la fonte fu sepolta dalle macerie, durante la sua ricostruzione l’architetto G. Minutoli progettò il rifacimento della fonte, ma questo lavoro non fu realizzato.
Il senato Messinese, solo nel 1834, fece restaurare il Pozzoleone facendolo diventare un portico con colonne, pilastri e marmi variopinti (3), l’acqua sgorgava da cinque cannule, inoltre  una tubatura fu portata fino al mare per poter rifornire più facilmente le navi.
            In una lapide (4) posta all’interno di questo portico si leggeva:

QUESTO FONTE
 DI LUNGA LIMPIDISSIMA VENA
ALL’OSPITE, AL CITTADINO PERENNE REFRIGERIO
DEL PAPA LEONE II MESSINESE LIGNAGGIO
POZZO LEONE APPELLATO
AMMINISTRANDO LA PROVINCIA
ALESSIO SANTO STEFANO MARCHESE DELLA CERDA
GENTILUOMO DI CAMERA DI S. M.  (D.G)
FU RESTAURATO E DI PORTICO FORNITO
PER CURA DI CARLO CHIARELLO SINDACO
FILIPPO SIRACUSANO / GIUSEPPE COLONNE BARONE DI CENTINEO
FRANCESCO BALSAMO PRINCIPE DI CASTELLACCIO
GIOVANNI MOLETI MARCHESE DI S. ANDREA
LETTERIO CARSERA COSTA/ GIUSEPPE LELLA
SENATORI  / ANNO MDCCCXXXIV

(2) G. LA CORTE CAILLER, Il fonte di Pozzoleone, in “imparziale – Messina 1620
(3)  LA CORTE CAILLER, Il fonte di Pozzoleone, in “imparziale – Messina 1620      
(4)  LA CORTE CAILLER, Idem

Nel 1879 il portico fu chiuso da un cancello e l’acqua dichiarata inquinata.
Come l’araba fenicia la fontana del Pozzoleone era risorta diverse volte, ma non poté rinascere dopo il cataclisma del 1908, si salvò soltanto la suddetta  lapide che oggi si trova custodita nel Museo Regionale di Messina.
Nel 1982 sotto la cavea del teatro Vittorio Emanuele sono state imbrigliate delle acque sorgive che potrebbero essere quelle della fonte del Pozzoleone (5).


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