domenica 14 agosto 2016

TUTELIAMO IL PAESAGGIO!? - Lo Presti Salvatore


TUTELIAMO IL PAESAGGIO!?
Lo Presti Salvatore

Come si può ben capire dal titolo, l’oggetto di questo mio articolo sarà il paesaggio e la sua tutela, e di paesaggio voglio parlare, non in maniera casuale, ma perché io (come la maggior parte di coloro che leggeranno questo mio piccolo articolo) sono siciliano, e la Sicilia, se non può essere definita la più bella parte del mondo, sicuramente, mi sento di poter dire che però non ci sia luogo che possa dirsi più bello della Sicilia, che, con i suoi paesaggi, ispira, ed ha sempre ispirato, artisti e scrittori di ogni parte del mondo che in essa abbiano trovato ospitalità.
Ma che cos’è il paesaggio? e perché c’è la necessità che esso sia tutelato?




Per il termine paesaggio, nel vocabolario che mi ritrovo a casa vi è scritto:

“paesaggio <pae-sàg-gio> s.m. 1. (pl. –gi) ~ Porzione di territorio considerata dal punto di vista della prospettiva o della descrizione, oppure da quello geografico: un paesaggio squallido, malinconico, pittoresco, dalla finestra si vede un paesaggio si vede un paesaggio incantevole; ci fermammo ad ammirare il paesaggio; paesaggio montano; paesaggio desertico; la difesa, la tutela del paesaggio. 2. Quadro o foto che riproduce un paesaggio: un paesaggio di Fattori.

Come si può evincere da questa voce di vocabolario, il termine paesaggio da solo non è sufficiente ad indicare a cosa ci si riferisce, questo perché non esiste un paesaggio univoco, infatti, si può benissimo dire che ogni paesaggio, antropizzato e non, è unico, e che al massimo, si può fare un opera di semplificazione accorpando in un'unica categoria paesaggi che hanno caratteristiche simili, ma come precedentemente detto, che comunque avranno anche degli aspetti differenti.
Tutta questa varietà, questa bellezza, di se e per se non avrebbero nessun motivo per dover essere tutelati. La necessità della tutela nasce dal fatto che alcuni uomini, per ignoranza, e con il solo fine di avere un loro ritorno economico, sono pronti a distruggere ogni ettaro di terreno presente sul nostro meraviglioso pianeta.
In Italia la tutela del paesaggio è sancita dalla nostra Splendida Costituzione, che, tra i Principi Fondamentali all’art. 9 così recita:

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il suo patrimonio storico e artistico della Nazione”;

Un altro articolo che ritengo fondamentale, per la piena attuazione di quello già citato è sempre un articolo dei Principi Fondamentali, ovvero l’art. 5:

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.”

questo articolo, lo ritengo fondamentale, perché a mio parere solo l’azione dei vari enti locali (dove per locali in questo caso intendo anche Province e Regioni, e non solo Comuni), può realmente realizzare azioni che siano veramente efficaci nella tutela del paesaggio che ogni territorio possiede, proprio perché, come prima detto, ogni territorio ha le sue caratteristiche che devono essere valorizzate e tutelate al massimo e per fare ciò prima di tutto queste caratteristiche devono essere conosciute.
In Italia però, le prime misure e discussioni sul paesaggio sono antecedenti alla formazione della Repubblica, infatti il primo Convegno sul paesaggio si svolse a Capri il 9 e 10 Luglio del 1922, fu organizzato dal Comune di Capri stesso, allora amministrato dall’Ingegnere e scrittore Edwin Cerio, con il sostegno e l’ispirazione dell’allora onorevole Giovanni Rosadi sottosegretario alle Belle Arti, il quale era stato il promotore della legge in difesa delle Antichità e Belle Arti del 20 Giugno 1909. Altro fondamentale sostegno fu quello del Vice Direttore generale delle Belle Arti Luigi Parpagliolo, il quale al Convegno tenne la relazione fondamentale. Altre importanti personalità presenti al Convegno erano, senza timore di smentita, Filippo Tommaso Marinetti (fondatore del Futurismo) il Generale Armando Diaz (Presidente onorario del Convegno) e Gilbert Clavel (studioso svizzero, fondatore insieme a Fortunato Depero del Teatro Plastico). Di questo Convegno esiste un bellissimo volume stampato nel 1923 da Edwin Cerio in trecentocinquanta copie numerate, gli “Atti del Convegno del Paesaggio” per chi volesse ampliare le proprie conoscenze sull’argomento.
Dal punto di vista legislativo, in Italia la prima vera e propria legge in difesa del paesaggio naturale è la Legge n. 1497 del 29 Giugno del 1939 (Prima c’erano state alcune leggi, ma la loro lente d’ingrandimento era rivolta soprattutto alla tutela dei beni mobili e immobili che avessero un interesse storico-artistico)  emanata dal Ministro Giuseppe Bottai. La legge n. 1497 rimase in vigore per quasi 50 anni sino a quando nel 1985 venne promulgata  la Legge n. 431 recante “disposizioni urgenti per la tutela delle zone  di particolare interesse ambientale”, meglio conosciuta come Legge Galasso, che ha esteso le aree soggette a tutela, a quasi il 50% dell’intero territorio nazionale.
Segue nel 1991 la Legge n. 394 (Legge quadro sulle aree protette) che detta i principi fondamentali per l’istituzione e la gestione delle aree protette al fine di garantire e promuovere la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale della Nazione.
Infine il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio emanato nel Gennaio del 2004  ed entrato in vigore il 1° Maggio dello stesso anno, che ha sostituito e abbrogato il precedente Decreto Legislativo del 20 Ottobre 1999 n. 490 (Testo Unico delle disposizione legislative in materia di Beni Culturali e Ambientali).
Oltre alle disposizione Nazionali vi sono anche numerose leggi regionali, che disciplinano la materia in base alle particolari situazioni regionali.

Ovviamente la tutela del paesaggio, che è tutto ciò che ci circonda, anche le città in cui viviamo (si parla in questo caso di paesaggi urbani), passa anche dal modo in cui noi ci comportiamo ogni giorno, dal rispetto che abbiamo per l’ambiente, sia esso naturale, sia esso urbano, sia esso antropizzato o meno. Sino a quando ci saranno tra noi persone che, tenendo comportamenti da persone ineducate, continuano a degradare l’ambiente in cui vivono e viviamo con azioni quotidiane, come anche il semplice gettare le carte per terra o qualsiasi altra sostanza non ben accetta all’ambiente, noi non riusciremo veramente ad avere un paesaggio lindo e pulito, come dovremmo averlo, come vorrei averlo. Sperando di non essermi dilungato troppo spero che sia stato di vostro gradimento. Saluti alla prossima.  



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