martedì 14 giugno 2016

UNA FOTO SBIADITA TRA LE MANI Una storia di affetto fraterno e sentimenti! di Francesca Murabito

UNA FOTO SBIADITA TRA LE MANI
Una storia di affetto fraterno e sentimenti!
Francesca Murabito

Giorni fa, mentre guardavo alcune foto di mia nonna Ciccia, mi sono venuti in mente alcuni suoi racconti. Sfogliando l’album della nonna, mi sono soffermata su una foto nella quale la nonna è ritratta insieme ai suoi genitori e alcuni dei suoi fratelli e sorelle (foto sotto).
Mia nonna “Ciccia”, al secolo Francesca Murabito (poi moglie di nonno Rosario Gurgone, detto “u zu Rusario u picuraru strazzacappotto”, uomo di grande intelligenza e generosità), era una donna buona, mite e dalla profonda umiltà (sono certa che molti di voi la ricorderanno!).
Nella foto è quella in piedi al centro; alla sua destra e sinistra i suoi genitori: Carmelo Murabito e Antonina Nici. Seduti in prima fila i tre fratelli: Genoveffa, Domenica e Filippo (negli anni successivi la famiglia di nonna si completò con la nascita di Filippo e Salvatore). Tra i ricordi affiorati tenendo tra le mani questa foto, voglio condividerne con voi uno in particolare.
Si tratta della storia del fratellino piccolino (il primo bimbo a sinistra), Filippo. Una storia a tratti triste ma anche piena di sentimenti, affetto e generosità.
Nonna ce la raccontava sempre!
Filippo, fratello acquisito, era nato a fine ottocento da una coppia di giovani fidanzati.
Il giovane padre, spinto dalle difficoltà e dalla giovane età, decise di partire per l’America, lasciando madre e figlio.
Di fronte alla triste storia, i genitori di nonna Ciccia, mossi a compassione, decisero di aiutare il bimbo e ne chiesero, ottenendolo, l’affidamento.
Accadde così che il bambino entrò a far parte della famiglia di nonna e crebbe avvolto dal calore di una famiglia umile e serena.
Tutto andò tranquillamente, fino a quando Filippo ebbe 8 anni.
A quel tempo, inaspettatamente, il padre biologico del bambino decise di far ritorno dagli Stati Uniti. Ritrovata l’antica fidanzata, decise di sposarla e di riprendere con sé il figlio lasciato dopo la nascita ed affidato alla famiglia della nonna.
Un vero fulmine a ciel sereno. La quiete e la felicità di una semplice famiglia di quei tempi venne pertanto funestata da questo improvviso evento: Filippo avrebbe dovuto fare ritorno con i genitori naturali.
Quando nonna Ciccia ci raccontava di Filippo, le si velavano sempre gli occhi di lacrime e di un profondo senso di tristezza.
La Nonna, infatti, raccontava sempre del dolore e del dispiacere provato dai fratelli e soprattutto dai genitori adottivi all’accaduto.
Dolore reso ancora più profondo dalla volontà di Filippo che, accolto e cresciuto nella famiglia della nonna, soffriva all’idea di doversene allontanare. Ma la legge è legge e non sempre i sentimenti riescono a comprenderlo. Insomma, alla fine, dopo tanto dolore e sofferenza, Filippo dovette tornare dai genitori naturali, abbandonando il calore e l’affetto della famiglia adottiva.
Ma la storia non finisce qui.
Filippo conosceva a menadito la strada “di casa”, avendo memorizzato la strada che lo separava dalla famiglia adottiva.
Così accadeva continuamente che scappasse per andare a trovare la sorella Ciccia e gli altri fratelli e per poter rivivere i momenti di affetto familiare con cui era cresciuto.
Finché, un giorno, i genitori di Filippo decisi a lasciare Ucria, abbandonarono definitivamente l’Italia per trasferirsi in America, portando con sé il ritrovato figlio.
Ma anche dall’altra parte del mondo, Filippo non ha mai dimenticato gli affetti e la famiglia che lo ha accolto dopo la nascita e così non fece mai mancare di fare avere sue notizie alla sorella Ciccia, con la quale scambiò sempre lettere cariche di affetto e sentimenti.
Ecco…ho voluto condividere con voi questo ricordo perché, pur trattandosi di una storia semplice, è una storia carica di profondi e veri sentimenti che mi ha fatto pensare, sin da piccola, che l’amore per il fratello vince sempre su tutto!










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